martedì 29 settembre 2015

Brevi cenni sulle principali divinità dell'Antico Egitto



di Francesco Orsini



Premessa.
Gli antichi egizi, fin quando l'Alto ed il Basso Egitto non furono uniti, svilupparono dei culti locali nei quali adoravano divinità ben precise.
Essi erano comunque già dediti alla venerazione verso gli animali, culti probabilmente risalenti a quando le popolazioni da nomadi divennero sedentarie.
Basti pensare che inizialmente le divinità stesse avevano caratteristiche zoomorfe, per poi assumere lentamente sembianze antropomorfe, le quali continuarono a conservare tratti animali. Gli animali assunsero quindi il ruolo di ipostasi (rappresentazioni) delle divinità stesse.
 Peculiarità della religione egizia è che questa era politeistica, essendo dotata di un pantheon comprendente numerose divinità che ruotavano intorno alla figura del dio Sole, quest'ultimo sempre al centro di una venerazione particolare.
Il disco solare fu infatti protagonista di un singolare episodio di eresia monoteistica avvenuto durante il Nuovo Regno ad opera del faraone Akhenaton, il quale rese obbligatorio il culto di Aton (il disco solare), eliminando di fatto il politeismo imperante sino a quel momento. Questa nuova religione ebbe però breve vita, in quanto il figlio di Akhenaton, il famoso Tutankhamon, restaurò subito l'antico culto quando salì al governo.
Secondo alcuni, sarebbe inopportuno parlare di politeismo nell'antico Egitto, in quanto le divinità potrebbero rappresentare le differenti caratteristiche di una stessa entità, quindi una divinità principale che le include tutte.
Ritornando sulla questione dei culti locali, è conseguente che gli antichi egizi idearono teorie diverse riguardo l'origine dell'universo e quella degli stessi dei.
Le elaborazioni dottrinali delle differenti cosmogonie e divinità presero luogo nelle città di Eliopoli, Ermopoli, Tebe e Menfi.
La cosmogonia eliopolitana, nota attraverso i Testi delle Piramidi, considerava Atum il dio creatore dell'universo, dal quale vennero a crearsi Shu, Tefnut, Geb, Nut, Osiride, Iside, Seth e Nefti, dai quali si generò l'umanità. L'insieme di queste divinità formava la grande Enneade (gruppo di nove dei) eliopolitana.
La cosmogonia menfita ci è giunta attraverso una stele dell'VIII sec. a.C., chiamata "Pietra di Shabaka". Secondo la dottrina di Menfi, sarebbe stato Ptah a creare il mondo ed a insegnare agli uomini l'agricoltura e l'artigianato.
La cosmogonia tebana, invece, si basava su quella della città di Ermopoli, che narrava di una collina di fango (personificata dal dio Tatenen) che, emersa dalle acque primordiali (il Nu), avrebbe dato origine ad otto divinità primordiali, quattro maschili e quattro femminili. Queste otto divinità formarono l'Ogdoade (gruppo di otto dei) ermopolitana, da cui il nome di Ermopoli, che significa città degli otto. Questa teoria fu modificata a Tebe dove il dio creatore venne sostituito da Amon che, deponendo un uovo, avrebbe creato il tutto.
Segue una breve descrizione delle principali divinità egizie.

Ptah, secondo la teologia menfita, era il dio creatore dell'universo. Nella pietra di Shabaka è scritto che egli creò l'universo con il suo pensiero e la sua parola. Da alcune fonti è anche ritenuto la personificazione della materia da cui tutto ebbe origine (Tatenen) che emerse dal Nu, un oceano primordiale esistente già prima della creazione del mondo. Infatti, successivamente fu assimilato ad essa come unica entità: Ptah-Tatenen. Egli era considerato il protettore degli architetti, degli artigiani, degli scultori, dei carpentieri e dei fabbri. Nell'iconografia era raffigurato come un uomo mummificato dalla lunga barba, che teneva fra le mani uno scettro composito con l’ankh (simbolo della vita), l’uas come bastone del potere, e il djed (simbolo della stabilità). Spesso indossava una calotta di pelle sul capo.

Atum era considerato il demiurgo secondo la dottrina di Eliopoli. Nell'iconografia la divinità era raffigurata come un uomo seduto al trono (a volte in piedi), che indossava la doppia corona simbolo dell'Alto Egitto e del Basso Egitto. Occasionalmente era presentato nella sembianze di una mangusta, di una lucertola, di un serpente o di un toro. Secondo i miti della creazione di Eliopoli, Atum nacque dalle acque del Nu. Atum, sputando diede vita a Shu (l'aria) e Tefnut (l'umido), i quali generarono Geb (la terra) e Nut (il cielo). Da Geb e Nut nacquero Osiride, Iside, Nefti e Seth. Il mito racconta che Shu divise Geb e Nut, spingendo il primo verso il basso ed il secondo verso l'alto,  separando così i cieli dalla terra. Nell'Antico Regno Atum fu associato a Ra nella forma sincretica di Atum-Ra, assumendo la personificazione del sole al tramonto, contrapposto a Khepri (il dio scarabeo che rappresentava il sole al mattino).

Ra era il dio sole, sposo di Hator e padre di Bastet. Nato anch'egli dalle acque primordiali del Nu, creò l'umanità dalle sue lacrime. Era rappresentato simbolicamente con un occhio (l'occhio di Ra). Durante il Medio Regno fu unito a Amon con il nome di Amon-Ra, divenendo la più importante figura del pantheon egizio. Ad Eliopoli, la capitale del suo culto, era invece adorato come Atum-Ra (il sole al tramonto). Il culto di Ra ebbe probabilmente una larga diffusione a partire dal faraone Snefru, primo faraone della IV dinastia. Infatti, da Snefru in poi tutti i sovrani assunsero il titolo di Figlio di Ra, titolo che entrò a far parte dei cinque nomi tradizionali del Faraone (Horus, Le due signore, Horus d'oro e Colui che regna sul giunco e sull'ape). Egli restò per secoli il dio principale degli antichi egizi, tranne durante la riforma monoteista di Akhenaton che impose l'esclusiva adorazione del disco solare Aton.

Amon
Amon (il nascosto o l'invisibile) nella teologia di Ermopoli era solitamente raffigurato come un uomo con il capo coperto da una corona con due lunghe piume, come un'oca (secondo il mito, egli avrebbe deposto l'uovo primordiale da cui si sarebbe generata la vita) o come un ariete con il disco solare tra le corna ricurve. Amon era il creatore di tutte le cose e regolava il tempo e le stagioni, controllando i venti e le nubi. I suoi santuari maggiori erano situati a Karnak ed a Luxor, ove si svolgeva l'annuale processione della statua del dio nella Festa della valle. Da dio della guerra e protettore del faraone, a partire dalla XVIII dinastia fu unito a Ra, sotto il nome di Amon-Ra.

Hathor (il suo nome significa casa di Horus) era una divinità antichissima raffigurata come una donna dalle corna bovine che racchiudevano un disco solare o come una giovenca, in quanto era dea dell'abbondanza. Era colei che al tramonto prendeva Atum con sé per restituirlo al sorgere del sole come Khepri. Era la dea dell'amore e della fecondità. Nonostante fosse dea della vita era anche protrettrice dei morti, aiutando sovente Osiride ad accogliere i defunti nel Duat. Era anche dea delle sorgenti del Nilo e responsabile delle inondazioni, oltreché patrona delle arti, della musica e del canto (molte donne rivestivano il ruolo di "cantatrici di Hathor" durante le feste religiose). Hathor era onorata solennemente a Dendera nelle come Signora del sicomoro del sud (essendo dea della fecondità abitava anche gli alberi).

Osiride, Dio del Duat (gli Inferi) e della fertilità, era figlio di Nut e Geb e padre di Horus (generato da sua sorella Iside). Era originario di Busiris e fu sepolto nella città di Abido, centro del suo culto celebrato con solenni riti e processioni, dove la statua della divinità veniva trasportato a bordo della neshmet (battello usato durante i riti religiosi e funebri). Essendo il dio dell'agricoltura, in quanto aveva insegnato agli uomini come coltivare la terra, veniva festeggiato nel khoiak, il mese della semina. Nel Duat Osiride prendeva parte alla cerimonia della psicostasia, quando il peso del cuore del defunto sul piatto di una bilancia veniva equiparato con il peso di una piuma (la piuma di Maat, ovvero della verità) posata sull'altro piatto. Se il cuore pesava più della piuma a causa dei peccati commessi, il defunto veniva dato in pasto ad Ammit (colei che divora il defunto, una chimera dalla testa di coccodrillo e dal corpo di ippopotamo e leone) e condannato all'oblio. Se invece il cuore pesava quanto la piuma, il defunto poteva accedere ai campi di Aaru (campi di giunchi). La figura di Osiride è legata al famoso mito della sua morte. Si narra che egli fu vittima di una cospirazione da parte di suo fratello Seth, invidioso del fatto che gli uomini amassero così tanto suo fratello. Seth costruì un prezioso sarcofago che promise di regalare a chiunque fosse riuscito ad entrarci alla perfezione. Appena Osiride entrò nel sarcofago, fu prontamente sigillato dentro e poi gettato nella bocca Tanitica del Nilo (uno dei sette rami in cui si divideva il fiume), affinché finisse in mare aperto. Il sarcofago discese il fiume per poi arenarsi a Biblo, dove fu inglobato in un'acacia. L'albero fu poi tagliato per ricavare una colonna per il palazzo del re di Biblo. Nella disperata ricerca del suo sposo, Iside giunse a Biblo dove, sotto le sembianze da comune mortale, riuscì a guadagnarsi la fiducia della regina ed a divenire nutrice del principe. Fu così che riuscì ad ottenere la colonna di acacia dalla quale recuperò il sarcofago. Iside tentò poi di richiamare in vita il suo sposo e, trasformatasi in falco, agitò le ali sul cadavere per ridargli la vita, con il solo esito di restare fecondata. Nascose quindi il corpo del marito a Buto, presso le paludi del Delta del Nilo, partorendo Horus poco dopo. Un giorno Seth, impegnato in una battuta di caccia notturna, trovò casualmente il corpo del fratello. Furente, tagliò il cadavere di Osiride a pezzi che poi disperse per l'Egitto. Iside vagò allora insieme alla sorella Nefti in cerca delle parti del corpo, fin quando non le ritrovò tutte (ad eccezione del fallo mangiato da un pesce gatto). Grazie all'aiuto della sorella Nefti, Iside riportò Osiride in vita utilizzando i suoi poteri magici. Anche se nuovamente in vita, Osiride non potè continuare a vivere sulla terra e divenne così il re dell'oltretomba. Horus, divenuto adulto, decise di vendicare la morte del padre. Affrontò suo zio Seth in una battaglia che durò tre giorni e tre notti, nella quale Horus mutilò l'avversario che, trasformatosi in un maiale nero, inghiottì l'occhio sinistro del figlio di Osiride. La luna cessò quindi di splendere (l'occhio sinistro di Horus simboleggiava la luna) e la battaglia continuò a durare all'infinito. Finalmente intervenne Thot che guarì Seth, ordinandogli al contempo di restituire l'occhio ad Horus. La luna comparve di nuovo, mentre un tribunale presieduto da Toth processò i due avversari. Il divino tribunale affidò ad Horus il basso Egitto, mentre a Seth l'Alto Egitto. Altre versioni sostengono che le due divinità si riconciliarono, a simboleggiare l'unione fra Alto e Basso Egitto. 

Iside
Iside, dea della maternità, della fertilità e della magia, era solitamente raffigurata come una donna dalla lunga tunica, recante sul capo il simbolo del trono, mentre reggeva in mano l'ankh (simbolo di vita) e l'uadj (simbolo di forza). In associazione con Hathor, fu raffigurata con delle corna bovine che racchiudevano il sole. In un'altra iconografia, spesso dipinta sui sarcofagi, veniva spesso rappresentata come una donna dalle ali di falco che si apprestava a prendere l’anima del defunto tra le ali per condurla a nuova vita. Iside era figlia di Nut e Geb, sorella di Nefti, Seth ed Osiride, nonché sposa di quest'ultimo, dal quale ebbe in figlio Horus. Oltre ad iniziare gli uomini all'arte dell'agricoltura, istituì il rito del matrimonio ed insegnò alle donne le arti domestiche. Era associata alla magia e all'oltretomba in quanto fu in grado di riportare in vita il marito Osiride, dopo averne assemblate le parti del corpo smembrate. Iside diventò una delle divinità più famose di tutto il bacino mediterraneo dall'età tolemaica in poiInfatti, il suo culto misterico legato al mondo dei morti si diffuse in tutto il mondo ellenistico fino a prendere piede anche nell'Impero Romano, dove fu assimilato a quello delle divinità latine Cibele, Demetra e Cerere. Il suo culto decadde con l'avvento del Cristianesimo.

Thot era il dio della sapienza, della scrittura, della magia e delle scienze in generale.
Era rappresentato nelle sembianze di un ibis o più raramente di babbuino.
Thot
In quanto inventore della scrittura e protettore degli scribi, rivestì la carica di segretario e consigliere di Ra.
Benché fosse originario della città di Damanhur, egli fu 
maggiormente adorato ad Ermopoli, dove fu considerato 
una delle divinità creatrici del mondo.
Come dio fu associato alla luna, in quanto egli, come i cicli lunari, 
scandiva gran parte degli eventi religiosi e civili dell'antico Egitto.
La controparte femminile di Thot era Seshat che con lui condivideva 
il compito di scrivere i nomi e le imprese dei sovrani defunti 
sulle foglie dell'albero ished.
In aggiunta, Toth prendeva parte alla cerimonia 
della psicostasia, annotando il peso del cuore del defunto.


Seth
Seth di Ombos (la città dove ebbe origine il suo culto) era il dio del caos e signore del deserto e delle tempeste, adorato da coloro che viaggiavano nei deserti. Era inoltre dio della guerra e la maggiore divinità adorata dagli Hyksos (i sei sovrani stranieri della XV dinastia).
Infatti, durante il periodo hyksos egli fu data molta importanza al suo culto, venendo egli associato al dio hurrita della tempesta Teshub. Quando il potere degli Hyksos cessò, la figura di Seth restò associata a quella di un dio adorato dai nemici, assumendo i connotati di divinità malvagia.
Seth era figlio di Geb e Nut, fratello di Osiride, Iside e Nefti, nonché sposo di quest'ultima.
Era raffigurato come un uomo dalla testa di un animale non definito, identificato per semplicità come animale di Seth. L'animale ricordava uno sciacallo o una volpe del deserto, anche se alcuni hanno azzardato che potesse essere un tapiro o una giraffa. Invidioso nei confronti del fratello, organizzò una congiura contro Osiride che fu poi vendicato dal figlio Horus. In origine Seth, avente funzione di benevola divinità dei morti, era considerato una delle più importanti divinità dell'Alto Egitto durante il Periodo Predinastico. La sua importanza diminuì quando l'Alto e il Basso Egitto furono unificati e Horus divenne il dio principale.



Horus
Horus era il dio del cielo dall'aspetto di un falco. I suoi occhi simboleggiavano la luna (il sinistro) ed il sole (il destro). I Testi delle piramidi raccontano che egli nacque dal rapporto tra Osiride (ridotto in stato vegetativo dopo essere stato ricomposto) con Iside, la quale lo nascose subito nelle paludi presso Buto per proteggerlo da Seth. Divenuto adulto, Horus affrontò Seth in una violentissima battaglia atta a vendicare il padre.
Il culto di Horus era molto diffuso nel periodo predinastico nell'Alto Egitto e, quando Basso ed Alto Egitto furono unificati, divenne la divinità principale e simbolo unificatore dei due territori.


Bast era raffigurata come una donna dalla testa di gatto o semplicemente una gatta. Centro del suo culto era la città di Bubasti dove, secondo Erodoto, si svolgevano dei festeggiamenti periodici in onore della dea, comprendenti processioni di barche sacre lungo il Nilo e feste in suo onore caratterizzate da balli, canti, musiche e largo uso di vino.  
Bast era la figlia di Ra, nonché uno dei suoi occhi, (gli occhi di Ra erano le controparti femminili della divinità, inviate sulla Terra a scopo punitivo).
Bast
Il suo culto raggiunse un importanza tale che i gatti divennero sacri protetti dalla legge, era infatti proibito fare loro del male o trasportarli al di fuori del regno. Era così alto il rispetto verso questi animali che l'uccisione di uno di essi, seppur accidentale, costava la pena di morte a chi aveva commesso il reato. Non c'era casa o tempio ce non registrasse la presenza di un gatto ed Erodoto narrava che, quando uno di questi felini moriva, il padrone usava radersi le sopracciglia in segno di lutto.
In occasione della loro morte, ai felini fu estesa la pratica della mummificazione. Sono stati numerosi, infatti, i ritrovamenti di gatti mummificati nei pressi di Bubaste. Frammenti di essi spesso erano venduti ai pellegrini come amuleti.


Anubi era la divinità sciacallo che proteggeva le necropoli ed il mondo dei mort. Venerato dapprima come dio dell'Oltretomba, fu successivamente sostituito da Osiride, acquisendo quindi i titoli di protettore degli imbalsamatori (ebbe l'importante ruolo di mummificare Osiride, considerato la prima mummia) e protettore della necropoli.
Gli imbalsamatori erano suoi sacerdoti ed usavano personificare la divinità mentre officiavano i riti funebri, indossando una maschera del dio.
Nei culti primitivi Anubi era raffigurato come un cane con grandi orecchie e lunga coda, ma a partire dal Nuovo Regno assuns l'aspetto di un uomo dalla testa di sciacallo nero (anche se alcuni sostengono sia un cane), un animale che si nutre di carogne e quindi strettamente connesso alla morte.
Anubi
Secondo i Testi delle piramidi Anubi era il quarto figlio di Ra generato con la dea Hesat (Hathor nelle sembianze di vacca sacra).
La sua origine è in realtà molto confusa, in quanto alcune fonti lo indicavano anche come frutto di un rapporto tra Osiride e Nefti oppure figlio della coppia Nefti-Seth.
Il suo culto veniva celebrato a Khasa, che in epoca ellenistica venne chiamata Cinopoli, ossia “città dei cani”. 
Figura chiave della psicostasia, aveva il compito di accompagnare il Ba (lo spirito) del defunto davanti al tribunale supremo degli dei, illuminando il suo cammino con la Luna poggiata nel palmo della mano. Era colui che pesava il cuore del defunto sulla bilancia, mentre Thot ne registrava il peso.

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