sabato 26 settembre 2015

La vita e le opere di Howard Phillips Lovecraft


di Francesco Orsini

Lo statunitense Lovecraft non è stato solamente uno scrittore e poeta incompreso dai suoi contemporanei, ma si è rivelato essere anche un fine saggista e critico letterario, consacrato a posteriori tra i maggiori scrittori di genere horror insieme ad autori del calibro di Edgar Allan Poe.
Questo poliedrico autore, considerato peraltro uno dei pionieri del filone fantascientifico, non fu apprezzato dai critici del suo tempo per via dei suoi racconti e romanzi disturbanti, dovendo quindi aspettare la sua dipartita per godere di una certa fama che perdura tutt'oggi.
La sua esistenza, alquanto piatta e poco interessante come egli stesso ebbe modo di affermare, fu condotta fra quegli stenti e quella miseria che lo accompagnarono fino alla morte.


Howard Phillips Lovecraft nacque il 20 agosto 1890 a Providence (Rhode Island), figlio unico di Winfield Scott Lovecraft, rappresentante di una ditta di argenteria, e Sarah Susan Phillips, figlia di un possidente terriero un tempo facoltoso.
Quando Lovecraft aveva tre anni, Winfield manifestò i sintomi di un episodio psicotico acuto in un albergo di Chicago dove si trovava a causa di un viaggio d'affari.
L'episodio in questione, nel quale l'uomo in delirio sosteneva di essere stato insultato da una cameriera e che la moglie era stata aggredita nella sua stanza, lo condusse al ricovero presso il Butler Hospital di Providence dove fu accertata la sua infermità mentale.
Lovecraft all'età di 9 anni
Lovecraft fu quindi cresciuto dalla madre, dalle zie Lillian ed Annie Phillips e dal nonno Whipple Van Buren Phillips, in una villa in stile coloniale sviluppata su tre piani di proprietà del nonno stesso sita al civico 194 di Angell Street di Providence.
Whipple, appassionato dei grandi romanzi gotici, iniziò il nipote alla lettura delle novelle dei Grimm e sopratutto alla raccolta di narrazioni de Le mille e una notte, libro da cui Lovecraft prenderà le idee per creare il famigerato Necronomicon.
Nel 1896 venne a mancare Rhobinia Alzada Phillips, 
la nonna materna che lo aveva introdotto agli studi astronomici.
A causa di questo traumatico avvenimento, Lovecraft incominciò ad avere degli incubi popolati da esseri alati neri e rugosi, da lui battezzati “Magri notturni” (Night-Gaunts) che continuarono a perseguitarlo per anni.
Questi mostri senza volto erano soliti afferrarlo in sogno e trascinarlo in volo ad una velocità altissima nello spazio, mentre lo trafiggevano con dei forconi.
Nel 1898, anno in cui morì il padre presumibilmente a causa della neurosifilide, Lovecraft incominciò ad ampliare le sue letture, spaziando dalle opere di Poe a quelle di Wells e Verne, le quali alimentarono il suo interesse verso l'ignoto e scienze quali la chimica.
Nel 1900 fu vittima dei primi esaurimenti nervosi, condizione peggiorata anche dall'atteggiamento morboso di una madre iperprotettiva (imbottiva gli spigoli della mobilia per impedire che il figlio potesse ferirsi urtandovi) che, per impedirgli di uscire di casa, gli diceva con non poca brutalità che aveva un aspetto troppo ributtante per mostrarsi in pubblico.
Il 1904 fu per lui un anno drammatico, in quanto la morte del nonno ridusse l'intera famiglia sul lastrico, tanto che fu costretto a trasferirsi con la madre in una modesta abitazione situata al civico 598 della stessa Angell Strett.
Il giovane Howard cominciò in quell'anno la carriera liceale, ma non riuscì a completare il suo cursus studiorum a causa dei suoi problemi di salute.
Una lettera del 3 giugno 1906 indirizzata al Providence Sunday Journal, nella quale parlava dell'astrologia come roba da ciarlatani, fu il suo debutto sulla carta stampata.
Nello stesso anno indirizzò un suo lavoro scientifico allo Scientific American, nel quale ipotizzava l'esistenza di un pianeta oltre Nettuno (si riferiva a Plutone, scoperto solo nel 1930).
L'intensificarsi dei problemi di salute lo costrinse ad abbandonare gli studi definitivamente nel 1908, ed il corso di chimica per corrispondenza a cui si iscrisse nel 1909 non fu completato alla stregua dei suoi studi ordinari.
In quegli anni Lovecraft, con sua madre come unica compagnia, visse recluso in casa, svegliandosi tardi al mattino e restando sveglio durante la notte.
Nel 1911, gli incauti investimenti di suo zio Edwin contribuirono a portare la famiglia di Lovecraft in un definitivo in stato di povertà dal quale lo scrittore non uscì mai.
L'anno successivo, l'autore in erba pubblicò la lirica Providence in 2000 A.D. nel Providence Evening Bulletin, mentre nel 1913 alcune sue lettere pubblicate sul giornale pulp Argosy lo fecero notare da Edward F. Daas, presidente dell'associazione di scrittori dilettanti United Amateur Press Association (U.A.P.A.).
Nel 1915 intraprese l'unico lavoro che proseguì fino alla morte, ovvero quello di revisore di manoscritti altrui.
Nel frattempo prese forma la sua vasta rete di corrispondenti, che si ampliò così tanto negli anni da includere scrittori del calibro di Robert Bloch (autore di Psycho) e Robert E. Howard (ideatore di Conan il Barbaro e Solomon Kane) nel novero degli interlocutori.
La sua corrispondenza diventò così fitta con il passare degli anni, vista anche la quantità di tempo giornaliero che Lovecraft dedicava alle sue lettere, che ci sono voluti venti anni per ordinare le migliaia di missive, alcune lunghe un centinaio di pagine.
Lettere dalle quali non emerge la figura ombrosa dello scrittore solitario, disadattato, cagionevole e represso, ma quella di un uomo dalla vasta cultura e prodigo di consigli verso i giovani autori, che si trovava più a suo agio comunicando con la scrittura che con la parola.
Le suddette qualità che affascinarono non poco la sua schiera di discepoli, Derleth, Fritz e Leiber per citarne alcuni, tanto che alla sua morte essi scrissero sentiti ritratti dell'amico scomparso.
Il 1917 fu l'anno dell'ingresso degli Stati Uniti nel primo conflitto mondiale e Lovecraft cercò invano di entrare volontario nella guardia nazionale del Rhode Island, ma l'intervento repressivo della madre non gli consentì di esaudire questo suo desiderio.
Nello stesso periodo, su suggerimento dello scrittore W. Paul Cook, scrisse i racconti brevi La Tomba e Dagon, anche se l'incontro cruciale per Lovecraft avvenne nel 1919 con Lord Dunsany, essendo lo scrittore irlandese la sua maggiore fonte di ispirazione.
In quello stesso anno la madre di Lovecraft fu ricoverata al Butler Hospital (lo stesso ove era morto il marito) a causa di gravi episodi depressivi, ove morirà nel 1921 per complicazioni insorte durante una colecistectomia.
Sonia H. Greene
Lovecraft aveva intanto stretto amicizia a Boston con la scrittrice dilettante Sonia Haft Greene, una vedova newyorchese di origine ucraina sette anni più anziana di lui, con la quale iniziò un rapporto sentimentale di carattere prettamente epistolare, vivendo entrambi in luoghi differenti.
Quando nel 1922 la rivista Home Brew gli commissionò alcuni racconti, Lovecraft abbandonò la sua vita routinaria per iniziare a leggere le sue opere in pubblico e partecipare a conferenze. Nel contempo fu nominato presidente dell'U.A.P.A. e viaggiò spesso nel New England.
Grazie ai racconti pubblicati su Home Brew ( primo fra tutti Herbert West, rianimatore) attirò l'attenzione di Edwin E. Baird, direttore della rivista pulp Weird Tales, il quale decise di inserire Dagon nel suo periodico. Su Weird Tales nel 1924 verrà pubblicato anche il racconto Sotto le piramidi, commissionato a Lovecraft da Houdini in persona, riguardante una fittizia avventura vissuta dall'illusionista fra le piramidi dell'Egitto.
Nello stesso anno lo scrittore si unì in matrimonio con Sonia Greene, trasferendosi con lei a Brooklyn. Si narra che la stessa donna, davanti all'atteggiamento schivo e riservato dello scrittore, abbia fatto il primo passo. Pare che per fronteggiare l'apatia dell'uomo sia stata lei ad andare a trovarlo a Providence e ad avergli dato un bacio, al quale Lovecraft reagì disturbato.
Nel contempo, gli editori di Weird Tales gli offrirono il posto di direttore del giornale ma egli, non volendosi trasferire a Chicago, cedette il suo posto a Farnsworth Wright.
Anche a New York Lovecraft fu perseguitato da problemi economici e, poiché la ricerca di un impiego si rivelò infruttuosa, si ritrovò nella condizione umiliante di dovere dipendere economicamente dalla moglie.
Quest'ultima, che nel frattempo aveva visto fallire la sua attività di modista, fu costretta a partire per l'Ohio in cerca di fortuna lasciando il marito in quella caotica metropoli che, popolata da quel crogiolo di lingue e costumi, un gentiluomo proveniente dall'ordinata provincia non riusciva a sopportare.
Lovecraft restò a vivere da solo a Red Hook, la zona di Brookyn teatro di uno dei suoi più famosi racconti, vivendo in povertà e riuscendo a sfamarsi irregolarmente con una dieta insalubre composta da un po' di formaggio e dei fagioli in scatola.
Infastidito dalla confusione di quel quartiere così popoloso, ritornò nella ben più calma Providence nel 1926, dove riprese contatti con Donald Wandrei e August Derleth.
Il motivo di questo trasferimento si spiega nella sua incapacità di inserirsi in un contesto sociale e lavorativo nel quale invece le migliaia di immigrati, dai quali lui prendeva le distanze con un certo snobismo (vengono qui tralasciati i dibattiti sul razzismo dello scrittore), si calavano con facilità.
Nel 1929 divorziò (anche se le pratiche non furono sbrigate completamente) da Sonia Greene e, a causa della fine repentina di questa unione, nacque in molti la convinzione che Lovecraft fosse asessuale, nonostante la moglie stessa negò queste illazioni.
C'è comunque da accettare il fatto che le pulsioni di Lovecraft non fossero così forti, in quanto egli focalizzava la sua attenzione più sulle attività mentali che su quelle sessuali, avendo di queste ultime nozioni imparate esclusivamente dai libri.
Lovecraft a Brooklyn
Infatti, in una lettera a Belknap Long sostenne che simili attività erano appannaggio delle bestie, quando lui invece puntava a ciò che rende l'uomo superiore agli animali e che gli conferisce lo status di essere umano.
Gli ultimi undici anni della vita dell'autore furono molto produttivi dal punto di vista letterario, in quanto scrisse opere magistrali come Il caso di Charles Dexter Ward, Alle montagne della follia 
e La maschera di Innsmouth.
Nel 1933 la sua situazione economica continuò a peggiorare inesorabilmente, tanto da costringerlo ad un nuovo trasloco, questa volta in un alloggio minuscolo al numero 66 di College Street con zia Annie. Il 1934 partì per la Florida, ove fu ospite per quasi due mesi dell'amico Robert Hayward Barlow, futuro esecutore letterario dell'autore di Providence.
L'anno seguente Weird Tales respinse il suo lavoro L'ombra calata dal tempo, avvenimento che lo gettò nel completo sconforto e lo spinse a dedicarsi solo alla revisione di testi altrui ed a qualche sporadica collaborazione con terzi.
L'epilogo della sua difficile vita può essere collocato nel marzo 1937, quando fu ricoverato a causa di un tumore intestinale in fase molto avanzata al Jane Brown Memorial Hospital, per poi ivi morire alle 6:00 del mattino il 15 dello stesso mese.
Si narra che Harry Brobst, un conoscente che si recò a visitare Lovecraft in ospedale, cercò di confortare il sofferente scrittore dicendogli di affrontare la situazione con lo stoicismo degli antichi filosofi. Lovecraft non rispose, anche se scosse la testa in segno di disapprovazione.
Probabilmente l'autore di Providence era a conoscenza della sua malattia da tempo, ma volle tenere la notizia per sé.
Infatti, lo stesso Robert Bloch affermò che, se fosse stato a conoscenza delle condizioni di salute di Lovecraft, avrebbe raggiunto Providence in ginocchio partendo dalla California per poter assistere il suo amico e maestro.
Negli ultimi mesi della sua vita scrisse il cosiddetto Diario di Morte dove annotò con perizia le sue condizioni di salute mentre la malattia progrediva.
La sua salma, dopo una cerimonia funebre presso l'impresa di Horace B. Knowles, fu sepolta nel monumento funebre della famiglia Phillips, nel cimitero di Swan Point a Providence.
Nel 1977 un gruppo di ammiratori dello scrittore raccolsero del denaro con cui realizzarono una lapide commemorativa. Su di essa furono incisi il nome dello scrittore, la data di nascita e di morte e la frase “I am Providence” (Io sono Providence), tratta da una sua lettera destinata al suo amico James F. Morton.
In questa epistola Lovecraft citò una frase tratta dal testo Vita di S. Antonio scritto da Atanasio di Alessandria: «Una volta mi apparve un demone molto alto che osò dire: “Sono la potenza di Dio, sono la Provvidenza. Cosa vuoi che ti dia in dono?»
Nel 1997, a poco più di sessant'anni dalla morte di Lovecraft, degli sconosciuti hanno cercato di riesumarlo scavando in corrispondenza della nuova lapide, ignorando la vera ubicazione della salma.
È innegabile che Lovecraft, grazie alle sue opere ed all'alone di mistero creatosi intorno alla sua figura, esercita ancora oggi sui lettori un fascino potentissimo.
Egli, al contrario degli autori horror classici, non ha presentato al lettore vampiri, licantropi, zombie che divorano cervelli o altri mostri tangibili da poter confrontare e combattere (Lovecraft non si abbandona mai allo splatter ed alla violenza gratuita).
Egli, invece, è riuscito nell'impresa di dar forma all'orrore che un uomo come lui, angosciato dalla sua epoca, provava nei confronti di una società alla quale non si sentiva di appartenere e dove imperversava la perdita delle poche certezze fondamentali.
Dando a questi orrori le sembianze di creature ultraterrene dall'aspetto abominevole e tentacolare, personificò le paure, le pulsioni e le debolezze umane senza descriverle in maniera esatta, ma lasciando che il lettore potesse immaginarne le fattezze da lui solamente accennate.
L'immaginazione sarebbe l'unico strumento per affrontare queste terribili incarnazioni, dopo averle evocate con la propria fantasia al fine di studiarle alla stregua di uno scienziato.

Fonti:
- Internet
- Pilo G., Fusco S. (a cura di), Lovecraft. Tutti i romanzi e i racconti, Roma, Newton Compton Editori, 2009
- Joshi S.T., A Dreamer and a Visionary: H. P. Lovecraft in his Time, Liverpool University Press, 2001
- Joshi S.T., Schultz D.E., An H. P. Lovecraft encyclopedia, Greenwood Publishing Group, 2001

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